


Intervista tratta da IL SECOLO D'ITALIA (di Luca Maurelli)
ROMA. Da collega a collega di "fatwa", perfino lo scrittore anglo-indiano Salman Rushdie ieri ha solidarizzato con Roberto Saviano. Tra la condanna a morte i nome di Allah e quella nel nome di Sandokan, in fondo non c'è troppa differenza: in entrambi i casi bisogna resistere, provare a difendersi, ma senza accettare i consigli di chi, come qualcuno a sinistra, da Giorgio Bocca a Giovanna Falcone, fino al Riformista, gli consigliava di andarsene davvero.
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