di GIANCARLO MANICUCCI (direttore NUOVO QUOTIDIANO DI PUGLIA)
La Puglia aveva un sogno. E' durato due anni e mezzo, più o meno. Un sogno che ha viaggiato nel sonno della ragione sul filo di un amore grande e una voce che, sia pure debole, ancora echeggia dalle piazze di tutta la Puglia. E' la voce dell'allora candidato presidente Niky Vendola. Una voce che incantava, che aveva fatto viaggiare la fantasia e rianimato il cuore di tanti pugliesi sull'onda di una politica che diventava poesia. Sull'onda di una suggestione che portava alla promessa di un reale cambiamento, nello stile e nei fatti. Che si nutriva di una fiducia al limite dell'irrazionale. Come condannare l'amore per la poesia che annunciava la svolta di una vita migliore per tutti i pugliesi?
Oggi il lungo sogno finisce. Ce lo annuncia, guarda un pò il caso, un personaggio che esce dalla favola: Babbo Natale, che arriva e ci sveglia tutti da quel lungo sonno. Nel suo sacco il vecchio barbuto ha pessimi regali: tasse, cari amici, tasse per tutti. E chi ce le mette le tasse nel sacco? Lui, Nichi Vendola il poeta della politica, l'uomo dei sogni che odiava i ragionieri.
Altro che volo di gabbiani, altro che cielo azzurro. Gli unici gabbiani che abbiamo visto in questi due anni e mezzo sono quelli che volteggiano sulle discariche di rifiuti che continuano a ferire questa splendida terra di Puglia. La stessa che Nichi Vendola voleva ripulire e restituirci incontaminata. Ah, la poesia: che tradisce è la poesia!
Ma il paradosso di tutta questa storia sapete qual'è? Certo che sì. Dov'è che inciampa e cade clamorosamente il nostro poeta-governatore? Sulla Sanità, proprio quel settore che era stato il suo cavallo di battaglia, e di Troia nello stesso tempo, per buttare giù dalla torre l'ex governatore nonchè candidato del centrodestra. Oggi per coprire la voragine di debiti del suo governo, Vendola è costretto a chiedere rigore e ragionevolezza ai pugliesi. A suon di euro, però. La stessa ragionevolezza che avrebbero dovuto avere lui e i suoi tanti alleati quando fecero le prime nomine delle Asl e prima ancora quando mandarono nell'assessorato più delicato, la Sanità appunto, un assessore, degnissima persona per carità, che, per motivi vari, opportunità e saggezza avrebbero voluto ne stesse lontano chilometri. Ragionevolezza serviva nel ridisegnare la geografia delle stesse Asl e nel non creare quel mostro che oggi è la Bari 1, una delle più grandi d'Italia, così come rigore serviva quando qualcuno ha deciso che il Centro Costi Unificato (una delle poche cose azzeccate dalla precedente giunta in tema di Sanità) deputato a vigilare sugli sperperi delle Asl e a razionalizzare le spese, fosse cassato da un giorno all'altro.
Sognavamo una Sanità migliore in Puglia dove i malati non fossero numeri e ci ritroviamo la strage alla Cardiologia di Castellaneta, la poveretta morta di parto qualche giorno fa ad Altamura, i tanti pazienti che muoiono prima di fare gli esami fissati per l'anno x.
Questa Sanità, c'e' da giurarci, Vendola non la voleva. Ma purtoppo c'e' e non è molto lontana da quello che c'era prima, con in più qualche centinaio di milioni di euro di buco.
La stangata natalizia della Ragione arriva sui pugliesi dopo un anno orribilie, fatto di sacrifici, lacrime e sangue: aumenti generalizzati dal governo centrale, mutui impazziti, carburanti venduti a peso d'oro, rincari quotidiani della spesa: nel Tavoliere d'Italia la pasta, la frutta, la verdura costano come a Milano e Roma. Dicono da Bari che le tasse graveranno solo sui pugliesi più ricchi, 150 mila famiglie più o meno. Come a dire che in Puglia 150 mila persone dichiarano da 28 mila euro all'anno in su. Sarà pure così: a pagare saranno i soliti noti visto che il lavoro nero e l'evasione fiscale sono i veri padroni della regione. E le aziende? Puniti gli imprenditori che hanno voluto lasciare la ragione sociale in questa terra: un punto di Irap in più. Prodi la toglie (forse), Vendola la rimette (sicuro).
Ma se c'e' una cosa che manda fuori dai gangheri, indistintamente, gli italiani e quindi anche noi pugliesi è il costo della benziana. Gravato da tasse per pagare ancora la guerra in Abissinia e poi terremoti e disgrazie varie, il litro di verde pugliese aumenterà ancora: 0,0258 in più. Fesserie si dirà. Chiedioamolo allo studente col cinquantino o all'immigrato regolare che ci va a lavorare tutti i giorni e che ha comprato il motorino di terza mano.
Insomma, queste nuove tasse non piacciono davvero. NOn le vogliono i pugliesi, non le vogliono i sindacati. E pure nella maggiornanza di governo non mancano i maldipancia. Il neonato PD scalpita e non è il solo. Dall'altra parte l'opposizione fa il suo mestiere: strilla, stredida, fa demagogia da sa fare anche di conto e accusa Vendola di non aver vigilato sul buco e sui costi della SAnità che crescevano a vista d'occhio. Costi che il capo dell'opposizione Rocco Palese, da un lato demonizza e dall'altro contribuisce a far aumentare con la proposta di iannlzare quelli per il funzionamento del Consiglio Regionale. Proposta accolta, manco a dirli, all'unanimità.
Sempre da Bari fanno sapere che in nome del rigore e della ragionavolezza invocati da Vendola gli assessori hanno accettato di ridursi del 10 per cento la loro Diaria ( il rimborso spese per andare a lavorare, in sostanza).
Se ci fosse ancora il principe De Curtis, in rte Totò, direbbe: ma ci faccia il piacere...
Ps. Le nuove tasse se non altro hanno un merito: hanno svegliato molti da un sonno durato due anni e mezzo. Bentornati su questa terra.