giovedì 15 gennaio 2009

Sen. Adriana poli Bortone - Coordinatore Regionale STIPENDIO ALLE CASALINGHE: “PRONTISSIMI A RIPRENDERE LA BATTAGLIA”


Il senatore del Pdl Poli Bortone accoglie con
soddisfazione l’invito del Vaticano al Governo
“Non posso che commentare con soddisfazione questo invito del Vaticano”. Così il senatore del Popolo della Libertà Adriana Poli Bortone accoglie la sollecitazione che il Cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha rivolto oggi al Governo per il riconoscimento del lavoro domestico delle donne e per il varo del cosiddetto “coefficiente familiare” nel Pil. In altre parole, si tratta della richiesta della previsione di uno stipendio alla casalinghe di cui il senatore Poli Bortone si è fatta promotrice sin dal 1981 con una raccolta di firme che fu presentata in Parlamento, finalizzata al varo di una legge apposita in grado di riconoscere il valore del lavoro domestico in termini sociali.
“All’epoca - puntualizza - non si trattava solo di una richiesta di quantificazione materiale del lavoro, quanto piuttosto del riconoscimento di una funzione sociale delle donne casalinghe. Soprattutto nelle fasce più deboli le donne oggi sono costrette a lavori extracasalinghi per far quadrare i magri bilanci familiari, ma si tratta evidentemente di una costrizione e non di una scelta. Dare alla donna la possibilità di una scelta tra un lavoro domestico ed un lavoro extradomestico è un fatto di democrazia e di civiltà, ma soprattutto una sorta di azione positiva nei riguardi della integrità del nucleo familiare.
Lo stesso diritto familiare - continua Adriana Poli Bortone - riconosce in termini teorici il valore del lavoro casalingo. Se nel 1981 i tempi non erano ancora maturi, potrebbero esserlo oggi. Dal momento che innanzitutto si parla tanto di ammortizzatori sociali. In secondo luogo perché la politica dei servizi sociali, con la sua delega degli affetti all’esterno, si è rivelata un fallimento, Infine perché l’ideologia femminista ha fatto il suo tempo e oggi c’è la necessità di rimettere ordine. Siamo prontissimi a riprendere la battaglia, d’accordo con il Vaticano. Una battaglia - conclude - in favore delle donne e della famiglia”.

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