Già in altre occasioni, abbiamo rilevato l' importanza che crediamo debba essere riconosciuta ad una manifestazione dalle antiche origini popolari: la Fiera di San Simone.
Risulta, dunque, necessario creare una fondazione finalizzata al recupero storico – culturale della stessa e quindi ad un conseguente rilancio in chiave moderna per garantire alla nostra comunità anche un ritorno economico.
La vecchia manifestazione, oramai ridotta ad un dozzinale mercato di paese, con l'impiego di risorse umane altamente qualificate, può divenire evento di respiro nazionale e quindi di promozione del nostro territorio.
Ecco perchè la creazione di una fondazione atta a recepire sia capitale umano che finanziario(pubblico e privato).
Per realizzare in chiave moderna quella che potrebbe diventare la festa della civiltà mediterranea, rurale e contadina, occorre, in primo luogo, effettuare una profonda riflessione sull’evoluzione compiuta dalla nostra stessa civiltà.
E' bene sottolineare che, ci professiamo assolutamente contrari ad una gestione del nostro patrimonio culturale legato alle antiche tradizioni,in una logica politico-economica avulsa dalla storia, in cui ci si preoccupa esclusivamente di produrre un “grande show” sotto forma di nuovo prodotto turistico da includere nella miracolosa macchina del “marketing territoriale” ,tutto salentino e quindi privo di rigore e professionalità.
La Fiera di San Simone è uno dei pochi gesti collettivi storici di Sannicola, rimasti ancora in vita.
Occorre recuperare il suo valore religioso ed effettuare uno studio su eventuali aspetti legati a riti propiziatori connessi alla antica manifestazione.
La nostra richiesta è quella di non disperdere uno degli ultimi “segni” miracolosamente sopravvissuti a tutti i disfacimenti del nostro territorio e che, siamo fermi nel dire, non debba essere utilizzato solo sottoforma di “nuovo brand” per eludere l’incapacità di riorganizzare produttivamente una comunità che ha smarrito la propria matrice culturale, e che negli ultimi tempi ha scampato il pericolo di essere costretta a subire (grazie a Dio e a noi dell’opposizione non è accaduto) logiche illusorie e dannose di sviluppo.
Nessuno vuole e deve svendere i propri gioielli rimasti in casa per qualche giorno di spettacolo vuoto e privo di originalità.
Promuoviamo piuttosto un nuovo modello di “festa rituale” legata alle tradizioni della terra, di manifestazione della cultura rurale e contadina, dove i segni del passato possano dialogare con i nuovi linguaggi della contemporaneità.
Trasferiamo il tutto nelle aree di campagna a ridosso del paese,
aggreghiamo all’antico mercato nuove forme di spettacolo: le diverse intelligenze del Mediterraneo, le nuove musiche e i nuovi linguaggi della creatività, ovvero tutte quelle forme di scambio e di linguaggio culturale che scaturiscono da una lettura rigorosa del passato per promuovere una moderna festa,in cui il senso di comunità,natura e ricerca siano al centro dell’evento.
Solo così, a mio, a nostro avviso, questo tradizionale “segno” collettivo può essere “consumato”, se integrato con eventi collaterali, quali convegni, dibattiti, incontri, affinchè si possa propiziare una stagione di "buoni raccolti" per Sannicola, che mai come oggi, ha bisogno di contenuti nuovi e sicuramente meno “percorsi d’inverno e d’estate”.
Tony Ingrosso
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1 commento:
Chiediamo scusa per la segnalazione di un nostro nuovo post:
Chi avrà il coraggio di chiamarla MISTER?
http://www.antareshandball.tk
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