

Al di là del fatto specifico la vicenda Alitalia è servita a dare una rappresentazione esatta della situazione di arretratezza culturale del sindacato (o almeno di un sindacato) ad oggi. La spaccatura fra Cgil da un lato e Cisl, Ugl e Uil dall'altro attesta questo convincimento, stabilendo una ideale linea di confine fra (appunto) l'arretratezza del primo e l'evoluzione degli altri. Più volte è stato affrontato il problema come ipotesi di studio e oggi la realtà dei fatti dà ragione alle tesi politiche della destra. E non possiamo che registrare con soddisfazione che 3 grossi sindacati su 4 abbiano compreso la necessità e l'urgenza di abbandonare anacronistiche posizioni ideologiche per affrontare con serietà e responsabilità il tema spinoso del lavoro nella sua attualità. Una attualità che non consente più (e per fortuna!) la conservazione di privilegi, ma che è legata al concetto di produttività reale individuando nel lavoro una conquista quotidiana basata sulla voglia di fare, sulla motivazione di produrre insieme, non contro, con il datore di lavoro, sulla necessità di mostrare quotidianamente a sé stessi e agli altri che il merito viene premiato in termini qualitativi e quantitativi. La proposta di Cai di legare il 40% del salario alla produttività prevedendo contestualmente la compartecipazione agli utili dell'azienda nella misura del 7% ai dipendenti, rappresenta una vera e propria rivoluzione culturale in tema di lavoro. Rompe gli antichi schemi di affinità ideologiche tra Partito e Sindacato, pone la parola fine alla conflittualità permanente così cara (ma quanto arcaica!) alla Sinistra, rende i lavoratori parte attiva di un processo produttivo legato ad un profitto condiviso. Vi par poco? Una rivoluzione vera (!) alla quale Epifani e compagni evidentemente non sono pronti. Ma è fonte di speranza registrare che almeno gli altri abbiano compreso che il sindacato non può che essere un soggetto dinamico, forse ancor più dei soggetti politici. E' il grande tema del futuro. E la vicenda Alitalia contribuisce più di ogni eventuale intervento normativo alla modernizzazione del sindacato, che non poteva che andar di pari passo con la modernizzazione dello Stato.
3 commenti:
Bè è ormai noto che la CGIL ormai non è più un sindacato ma un vero e proprio partito politico tutto spostato a sinistra!!!LA CGIL non ha mai fatto e non farà mai l' interesse dei lavoratori...fa solo POLITICA e il suo obiettivo ora che vi è un governo di destra è come al solito solo quello di creare DISORDINE SOCIALE!!!Vorrei porre solo una breve domanda...dove era il caro EPIFANI durante i 2 anni di governo PRODI????Come mai in quei 2 anni il carissimo comunista EPIFANI non si è mai permesso di indire uno sciopero????COMPLIMENTI DAVVERO...la vera rovina d' ITALIA sono i sindacati politicizzati come la CGIL!!!!!
speravo che, per senso del pudore, non ci sarebbero stati commenti a questo post...come sempre mi sbagliavo...perchè non avete senso del pudore!
Comunque, siamo sicuri che durante il governo prodi, che pure si è dimostrato sempre più incline al dialogo, al confronto e alla concertazione, con tutti, non ci sia stato neanche uno sciopero indetto dalla CGIL? inoltre mi sembra che anche qualcun'altro, molto caro ad andrea '83, non si sia mai preoccupato um granchè dell'interesse dei lavoratori. Lo so già, mi sbaglio, se scrivo queste cose è solo perchè sono comunista, per fortuna c'è il nostro caro andrea che con spirito critico ed analisi politiche accurate e obietive riesce sempre a portarci sui giusti binari della logice e della ragione...mbha
La verità fa male lo so...ma i fatti parlano kiaro...LA CGIL FA SOLO POLITICA..questa è la realtà che piaccia o no ai cari amici della sinistra!!!
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